Ministero dell'istruzione e del merito

La crisi di Governo 2021

Cosa pensano i nostri studenti della crisi che affligge il Paese? Sono informati sugli ultimi accadimenti politici? Quali sono le priorità da risolvere secondo loro?

Negli ultimi mesi al centro del dibattito pubblico c’è stata la crisi di governo.

Per capire meglio la situazione di tensione politica, sociale ed economica che stiamo attraversando andiamo agli esordi di questa legislatura: le ultime elezioni si sono tenute in Italia nel 2018 ed hanno portato alla vittoria del movimento 5 stelle, alla coalizione di questa formazione politica con il centro-destra e alla grande sconfitta del centro sinistra. Gli eletti si sono insediati nelle due Camere che formano il nostro Parlamento, Senato e Camera dei Deputati, ed ha avuto inizio la nuova legislatura.

Da allora si sono susseguiti tre esecutivi e il passaggio tra il secondo e il terzo è avvenuto un mese fa.

La crisi di governo avviene quando un partito o un gruppo di parlamentari che compone la maggioranza, in caso di votazione di un decreto o di una legge, non dà la propria fiducia a questa proposta. Allora il Presidente del Consiglio rimette il suo mandato al Presidente della Repubblica e decadono le funzioni del Consiglio dei Ministri. Visto che la nostra è una democrazia parlamentare e bisogna valutare la possibilità di formare un nuovo governo con le forze elette in Parlamento, il Presidente della Repubblica chiama al Quirinale tutti i partiti che formano la legislatura per consultarli e, qualora intraveda tale possibilità, incarica un soggetto che già è in parlamento o una personalità di sua scelta per formare un nuovo esecutivo (Governo).

Il governo Conte bis era sostenuto da forze eterogenee e frammentate, spesso in conflitto tra loro sui metodi e nel merito delle decisioni da assumere, in un anno così difficile, in cui il Paese ha dovuto affrontare la pandemia da Coronavirus. Il casus belli è stato il ritiro dal governo dei ministri del partito Italia Viva, guidato da Matteo Renzi il 13 gennaio 2021. Dopo l’abbandono di Italia Viva, il governo Conte bis non è riuscito ad ottenere una maggioranza tale da poter continuare a governare. Il Presidente del Consiglio si è quindi presentato al Quirinale per ufficializzare le dimissioni e di conseguenza Mattarella, tramite le consultazioni, si è impegnato a valutare la possibilità di formare un nuovo esecutivo con le medesime forze parlamentari.

Con grande coraggio il nostro Presidente della Repubblica ha dato l’incarico a Mario Draghi, economista di rilievo internazionale ed europeista convinto.

Il governo di Mario Draghi e i 23 ministri hanno giurato al Quirinale il 14 febbraio 2021 nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Poi il presidente del Consiglio è andato a Palazzo Chigi accolto, nel cortile, dal picchetto d’onore delle forze armate.

Giuseppe Conte ha passato, quindi, la campanella a Mario Draghi, nella tradizionale cerimonia che segna il passaggio di consegne. Con il passaggio della campanella, dopo il voto di fiducia ottenuto in ciascuna delle due Camere, il nuovo presidente del Consiglio si insedia ufficialmente alla guida del governo.

Nel suo primo discorso Draghi ha detto: “Nei momenti più difficili della nostra storia, l’espressione più alta e nobile della politica si è tradotta in scelte coraggiose, in visioni che fino a un attimo prima sembravano impossibili. Perché prima di ogni nostra appartenenza, viene il dovere della cittadinanza. 
Siamo cittadini di un Paese che ci chiede di fare tutto il possibile, senza perdere tempo, senza lesinare anche il più piccolo sforzo, per combattere la pandemia e contrastare la crisi economica. E noi oggi, politici e tecnici che formano questo nuovo esecutivo siamo tutti semplicemente cittadini italiani, onorati di servire il proprio Paese, tutti ugualmente consapevoli del compito che ci è stato affidato.  Questo è lo spirito repubblicano del mio governo.”

Poi ha citato Cavour: “le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano” e Papa Francesco “Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore” e aggiunge “Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”, ha spiegato Draghi.

 

Proviamo ora a capire come gli studenti hanno vissuto questa crisi e se credono davvero che Mario Draghi sia l’uomo giusto per la rinascita del Paese.

Attraverso una sorta di esperimento sociale che scaturisce dal desiderio di comprendere quanto i nostri coetanei siano consapevoli della situazione politica del Paese, quanti di loro si interessano veramente all’argomento e cosa ne pensano riguardo agli ultimi avvenimenti, abbiamo intervistato un campione di ragazzi tra i 14 e i 19 anni frequentanti diversi indirizzi della nostra scuola Raffaele Mattioli Salvo D’Acquisto.

Il primo quesito che abbiamo posto riguarda il nome del nuovo Presidente del Consiglio. La maggior parte degli intervistati ci ha risposto esattamente e addirittura una parte di essi ha dimostrato di conoscere nel dettaglio la storia di Mario Draghi. 

In seguito abbiamo chiesto agli studenti se fossero a conoscenza della situazione politica attuale, e il risultato ottenuto è stato un 11% non informato di fronte ad un 89% interessato all’argomento. Qualcuno ci ha risposto così: “Penso che attualmente in Italia non ci sia un’ideologia politica ben definita, manca un orientamento politico forte e questo lo abbiamo visto con le ultime elezioni, ce lo conferma inoltre la presenza di Mario Draghi, presidente di un governo tecnico. Se da un lato la politica non è tra i principali interessi degli italiani, dall’altro andare a votare in questo particolare momento non sarebbe stata cosa semplice”.

Per comprendere fino a che punto i nostri ragazzi fossero informati sull’argomento in questione li abbiamo messi alla prova chiedendogli: “Cosa si intende per crisi di governo?” Ma questa volta solo il 23% ha risposto correttamente. Qualcuno ha anche spiegato come la situazione ha avuto origine: “In sintesi, dopo la crisi del primo governo guidato da Giuseppe Conte, si è formato il cosiddetto Conte bis, sempre guidato dallo stesso premier, ma nemmeno questa volta la maggioranza ha retto. Successivamente quindi Sergio Mattarella ha incaricato Mario Draghi di formare un nuovo governo.”

Abbiamo quindi chiesto ai ragazzi a conoscenza di questa crisi cosa ne pensassero a riguardo: “Penso che aprire una crisi di governo in questo periodo, nel bel mezzo di una pandemia mondiale, non sia stata una scelta molto saggia visti i già tanti problemi da risolvere. L’Italia si trova in una situazione di crisi economica, sanitaria e lavorativa, talmente grave che senza un governo forte sarebbe impossibile risolvere.” 

Infine la nostra ultima domanda è stata: “Secondo te quali sono attualmente i problemi più importanti del nostro Paese che il nuovo governo deve affrontare?” La maggior parte degli studenti è convinta che la priorità assoluta sia il superamento della pandemia tanto quanto della disoccupazione intesa come grave conseguenza della prima. La risposta che sintetizza l’idea più diffusa è “Sicuramente il dramma principale al giorno d’oggi è la pandemia quindi in primo luogo bisognerebbe cercare di arrestare l’avanzata del virus. Tuttavia questa situazione, oltre ad aver portato problemi dal punto di vista sanitario, ha avuto gravi ripercussioni anche sotto il profilo economico-sociale. Servirebbero quindi interventi inerenti il mercato del lavoro cercando di dare un’occupazione a tutti coloro che l’hanno persa in quest’ultimo anno a causa del Covid.” Altri studenti invece pensano che i problemi da risolvere siano i vaccini e i trasporti che ci permetterebbero di tornare a scuola il prima possibile e in totale sicurezza. 

Da queste interviste abbiamo intravisto, per lo più, una conoscenza parziale degli argomenti, ma ci auspichiamo un nuovo interesse e una partecipazione più convinta non solo per l’importanza del tema trattato come argomento di attualità ma soprattutto perché noi, che siamo il futuro del Paese, ne saremo presto coinvolti in prima persona.

 

Daniele Giovanni

Di Bartolomeo Roberta

Paglione Michelle

Pierri Giulia

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