Ministero dell'istruzione e del merito

LA RISERVA NATURALE DI PUNTA ADERCI.. un patrimonio da conoscere, amare e tutelare

Quest’anno, in classe nell’ambito dell’educazione civica, con la prof.ssa Arbia, abbiamo trattato gli obiettivi 13, 14 e 15 dell’Agenda 2030 che ci hanno entusiasmati tanto da voler scrivere un articolo scientifico inerente un’area protetta che ci sta particolarmente a cuore.

Così, la nostra troupe di esploratori si è recata alla Riserva naturale di Punta Aderci. Ci è stato possibile osservarla nei minimi dettagli, e ci siamo concentrati subito sul mare: era limpido e pulito, nonostante fosse mosso a causa del lieve vento. Vi erano diverse dune di sabbia, con segni lasciati da un terribile incendio, ma la natura in pochissimo tempo ha riacquistato la sua impareggiabile bellezza.

Un po’ di storia….

La Riserva di Punta Aderci (o Punta d’Erce) è un’area naturale protetta (dal 1998) situata nel comune di Vasto, in provincia di Chieti. Occupa un’area di 285 ettari. Si estende lungo la Costa Adriatica dal Porto di Vasto, fino ad arrivare alla foce del fiume Sinello. Da Punta Aderci è possibile ammirare il Parco Nazionale della Majella e il Parco Nazionale del Gran Sasso. Tra la tipica vegetazione delle coste sabbiose si trovano il ravastrello, l’ammophila arenaria, la calcatreppola marina. In alcune cavità di Punta Aderci è possibile ammirare l’Halymenia floresia, considerata l’alga rossa più bella del Mediterraneo.

Al largo della riserva, non mancano mai i delfini, oltre a diverse altre specie marine tipiche del mar Adriatico. Il fratino è il simbolo della riserva, ma sono presenti anche il fenicottero mzetta, il gruccione, il martin pescatore, la cinciallegra, il beccamoschino, l’occhiocotto e la sterpazzola; tra i rapaci sono presenti il gheppio e la poiana.

Curiosità

Il 12 settembre 2014 rimasero spiaggiati nei pressi di Punta Aderci 7 capodogli. Moltissimi volontari e alcuni uomini della Capitaneria di Porto si sono impegnati e sono riusciti a salvarne ben 4, ed essi hanno continuato a riprodursi e a viaggiare liberi.

Pur trattandosi di una Riserva naturale purtroppo è sottoposta a varie forme di inquinamento come quello acustico e luminoso, oppure all’inquinamento dovuto ai rifiuti abbandonati, in particolar modo la plastica.

In diverse occasioni la polizia è dovuta intervenire per impedire set fotografici i cui flash costituiscono un grave pericolo per la riproduzione del fratino.

A nostro parere è anche molto grave vedere una Riserva che, sebbene per sua natura dovrebbe essere un luogo di protezione e conservazione degli animali, delle piante e degli habitat, della biodiversità insomma, viene invece pensata solo ed esclusivamente per fini turistici.

Un tale patrimonio è sicuramente prezioso, un tesoro da custodire e proteggere come afferma l’articolo 9 della Costituzione Italiana.

Esiste un detto indiano che recita così: “Trattiamo bene la terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli”.

Vorremmo concludere con una rappresentazione di questo luogo del cuore fatta da Michael e con le sue profonde riflessioni…

Il nostro meraviglioso mare non è quello di un’isola tropicale e neanche quello con una immensa barriera corallina, ma per chi vi abita da sempre, può essere il posto che più rappresenta casa, poiché fa parte della propria memoria. La vita scandita da chi abita al mare è sempre in sua presenza, lo si vive accanto come parte di sé.

Per rappresentarlo ho scelto una panoramica fatta da un drone così da poter risaltare le coste frastagliate della Riserva.

Il punto illustra la lunga spiaggia, sabbiosa di Punta Penna che termina con la spiaggia di sassi dei Libertini sottostante la falesia del promontorio di Punta Aderci.

La spiaggia dei Libertini è accessibile sia dalla spiaggia di Punta Penna che, attraverso un breve sentiero di 80 gradini, la collega alla sterrata che conduce al promontorio di Punta Aderci. Sull’altro lato del promontorio si trova la spiaggetta di Punta Aderci. Da qui si prosegue per la lunga spiaggia di ciottoli di Mottagrossa.

La palette di colori che ho utilizzato, vanno dal blu acquamarina al blu elettrico passando per il terra di Siena e un bel verde lime per raffigurare la rigogliosa macchia mediterranea.

Per noi i giorni e le stagioni portano sempre l’odore e i colori del mare … ci si sofferma a guardare l’orizzonte e a cercare la gioia in un attimo…”

Mattia Antenucci, Paolo Bocchino, Donato Colombaro, Michael Christopher Conti, Angelo Pal – classe 1 A

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