Ministero dell'istruzione e del merito

L’amore non conosce pregiudizi

L’amore, nella sua accezione più ampia, è apertura verso l’altro, di qualsiasi tendenza sessuale sia.

Quante volte abbiamo sentito parlare dell’omosessualità. Per essa intendiamo quella tendenza a rivolgere l’interesse libidico verso persone del proprio sesso, che può essere presente in forme e gradi diversi. Nella società odierna essa non è più un ostacolo insormontabile come nei tempi passati, nonostante vi siano ancora molti pregiudizi al riguardo. Tuttavia, sempre più persone stanno acquisendo maggiore consapevolezza della loro identità sessuale, e di conseguenza si manifestano più apertamente. Numerose associazioni si sono costituite per combattere l’omofobia, ovvero la paura dell’omosessualità. Del resto, la famiglia, la società e le istituzioni hanno un ruolo fondamentale e devono adoperarsi affinché si rimuovano completamente ostilità e pregiudizi.

Sono spesso le famiglie per prime che hanno difficoltà ad accettare una situazione simile. L’amore omosessuale dà ancora fastidio nella nostra società, “disorienta perché rompe gli stereotipi”.

Ma perché questi problemi continuano ad esistere? In fondo l’amore di una persona verso l’altra dello stesso sesso è identico a quello che provano due eterosessuali. Non si sceglie chi amare, è un sentimento, per cui non bisogna rinnegarlo, né sentirsi in colpa.

È incredibile come si possano ritrovare questi pensieri sull’amore in riflessioni di secoli fa. Cartesio (1596 – 1650), fondatore del razionalismo, ossia di quella corrente della filosofia moderna che vede nella ragione il principale organo di verità, sosteneva una distinzione nell’anima fra azioni e affezioni. Le azioni dipendono dalla volontà, mentre le affezioni sono involontarie e sono costituite da percezioni, sentimenti o emozioni. Secondo il filosofo le passioni non sono dannose o patologiche ma rappresentano manifestazioni naturali della vita umana, che la ragione deve riconoscere e analizzare per poterle dirigerle verso il bene. Ovviamente non bisogna lasciarsi dominare totalmente da esse, ma utilizzare il discernimento razionale in modo tale da effettuare delle scelte autenticamente sentite e volute.

Torniamo ancora più indietro nel tempo e scopriamo Gorgia (485 – 380 a.C.). Filosofo e sofista, è famoso soprattutto per il suo Encomio di Elena.

In questa opera riprende le vicende di Elena, ritenuta la causa della famosissima “Guerra di Troia”, poiché abbandona il marito, Menelao, re di Sparta, per fuggire con Paride a Troia. Traditrice e vergogna per la sua famiglia, come si può provare simpatia per lei? Eppure, Gorgia la difende ed analizza tutte le varie possibilità che hanno potuto spingere Elena a compiere quel gesto.

I casi sono quattro:

·      il volere degli Dei e della Necessità

·      la violenza

·      il potere persuasivo della parola

·      l’amore

“Che se fu l’amore a compiere il tutto, non sarà difficile a lei sfuggire all’accusa del fallo attribuitole. […] Che se dunque lo sguardo di Elena inspirò all’anima fervore e zelo d’amore, qual meraviglia? Il quale amore […] come un essere inferiore potrebbe respingerlo, o resistergli?”

Per quanto riguarda l’ultimo punto, Gorgia afferma quindi che l’amore è un sentimento profondo, e per questo giustifica Elena: se lei si fosse semplicemente innamorata di Paride, la colpa non sarebbe sua, non l’ha scelto. Quindi perché puntarle il dito contro?

Avrebbe potuto agire diversamente (come afferma Cartesio, azione ed affezione sono differenti), prima di partire con Paride alla sprovvista, ma dall’esterno è troppo semplice giudicare.

Concludendo, allo stesso modo, perché puntare il dito contro chi ha la tendenza ad amare una persona dello stesso sesso? Finché si parla di sentimenti non si può accusare nessuno, e soprattutto l’amore, nella sua accezione più ampia, è apertura verso l’altro, evoca diverse parole – reciprocità, uguaglianza, dignità, rispetto, solidarietà – indispensabili per vivere in una società civile senza pregiudizi.

 “Ho tentato   di annientare l’ingiustizia di un’onta          e l’infondatezza di un’opinione, ho voluto scrivere questo discorso” – Gorgia

 

Alessia Marianna D’Aloisio – 3A LS

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