Ministero dell'istruzione e del merito

“Siamo donne in un mondo di uomini!”

La giornalista Angela Marino di FanPage, nel giorno internazionale della donna, racconta la sua esperienza in prima linea contro violenze e femminicidi.

In una giornata così importante e densa di significato come l’8 marzo, noi ragazzi del Liceo Scientifico, dell’ITE e dell’Istituto Professionale del nostro Omnicomprensivo di San Salvo, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Angela Marino, prestigiosa firma del noto giornale online Fanpage.

L’incontro in videoconferenza è stato organizzato dalla prof.ssa Emanuela Lattanzi per sensibilizzare noi studenti a temi molto importanti quali la violenza di genere e il femminicidio.

La giornalista – che vanta oltre 180mila followers sui social media – racconta questi temi prevalentemente in rete e, prendendo spunto da alcune domande poste dagli studenti, si è soffermata su casi recenti.

Il filo rosso di tutto l’incontro è stata la triste storia di Roberta Siragusa, diciassettenne palermitana vittima del fidanzato Pietro. La vicenda è stata portata come esempio per parlare dei tratti comuni a moltissime storie di violenze. Quelle che da molti vengono definite semplicemente “problematiche di coppia” celano in realtà ben altro: disagio psicologico, plagio, privazioni materiali e ideologiche, violenze fisiche e mentali. Fattori gravi, questi, che non possono essere etichettati all’inizio come un semplice “litigio”.

La violenza finale, infatti, rappresenta solo la punta di un iceberg e nei racconti di queste storie – caratterizzate spesso da un tragico epilogo – la giornalista ha rimarcato la necessità di non sottovalutare i problemi di tipo sociale che sono a monte di comportamenti violenti, che contribuiscono a sviluppare un disagio latente e che generano situazioni complesse.

Angela Marino ha esortato noi adolescenti ad occuparci da subito di questi temi e a denunciare ogni forma di violenza che ci vede testimoni.

Nella seconda parte dell’incontro si è svolto un dialogo incentrato prevalentemente sulla disparità di genere. Il confronto è partito da una domanda di una studentessa mirata a comprendere il rapporto donna e lavoro. Alla domanda “Se l’essere donna abbia influenzato o meno il suo lavoro” la risposta della giornalista è stata chiara e decisa: “Ogni giorno in ogni ambito lavorativo scontiamo il fatto di essere donne!”. Questa risposta ha aperto una riflessione sui tanti problemi che le donne sono costrette ad affrontare in campo lavorativo, soprattutto quando si parla di maternità e di differenze nei congedi parentali.

Una docente nel corso dell’incontro ha fatto notare che anche nell’ambito scolastico, persino nelle rappresentanze studentesche, la presenza maschile è sempre maggiore, forse perché le ragazze tendono ancora a nascondersi e a non rivendicare i loro diritti.

È emersa poi chiaramente l’importanza della scuola per la corretta informazione e formazione delle nuove generazioni. Da questo discorso è scaturito l’invito della giornalista a noi ragazzi a scendere in campo attivamente; anche se le manifestazioni sono al momento sospese perché si configurano come assembramenti, i gruppi di attiviste non si sono mai fermati. È sempre possibile scegliere altre forme di comunicazione per rivendicare certi diritti ed è auspicabile che anche gli uomini si mobilitino a manifestare a supporto delle donne!

Non è passato inosservato ciò che è successo nell’ultima edizione del Festival di Sanremo, terminata da pochi giorni ma che ha aperto una discussione che avrà un lungo strascico; un’avvenente ospite, infatti, ha tenuto a sottolineare il fatto di voler essere chiamata “Direttore d’orchestra” e non “Direttrice”. La Marino si è distaccata da questa posizione e ha rimarcato la necessità di affermare l’identità di genere soprattutto quando qualcuna ha una buona visibilità mediatica.

Si è soffermata molto, inoltre, sul disagio psicologico vissuto da chi subisce violenza ma anche da chi la esercita (quasi sempre di sesso maschile). In genere, chi subisce si ritiene molto debole e per tale motivo fa anche fatica a denunciare.

Una studentessa ha posto infine una domanda molto pertinente: “Perché una donna che subisce violenza fa fatica a staccarsi dal violentatore”? La giornalista ha spiegato che la situazione che si presenta in una coppia non è sempre semplice: le vite di due persone sono spesso intrecciate e condizionate dalla presenza di figli, di proprietà condivise e non sempre le storie possono essere interrotte dopo il primo episodio “traumatico”. L’importante, però, è anche imparare a comunicare (sembra che tanti uomini non sappiano comunicare a dovere!) e a rimuovere quelle tristi situazioni “d’onore” che a volte segnano la fine tragica di certe storie.

L’incontro dell’8 marzo ci ha portato a riflettere sul fatto che esistono molti modi per risolvere questo tipo di problemi e che ognuno di noi può contribuire, spesso anche con la sola denuncia. È stato un incontro molto formativo sia per noi ragazzi che per i docenti presenti, soprattutto in una giornata così importante e densa di significato: un giusto stimolo che ci consentirà sicuramente di continuare ad affrontare con maggior consapevolezza questi temi molto delicati e purtroppo sempre attuali.

 

Gemma Ciurlia 3ALS

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